Dialogo con Alessandro

Alessandro: durante il bagno sonoro ci sono degli strumenti che sento di più, che agiscono profondamente nel mio corpo, altri che fanno più da contorno, da colore… Per es. appena inizi a suonare la tubolare a 528hz io sento che il mio corpo si apre, è come una chiave che mi permette di passare da uno stato abituale a uno di maggir consapevolezza e trasformazione… quando la suoni all’inizio del “concerto” (anzichè alla fine) per me è molto importante… sento le anche aprirsi, il bacino muoversi… il mio corpo non riesce a stare fermo, ho bisogno di stirarmi, allungarmi… sento che agisce profondamente sulla mia postura! Percepisco le zone più tese, bloccate e li porto la mia attenzione cercando attraverso il movimento di riabilitarle.

Io: Sì, certo ci sono suoni che hanno un impatto maggiore, sicuramente la tubolare o le campane… come anche il tamburo… ma la reazione è estremamente personale, quello che in te produce la campana tubolare, in un altro potrebbe farlo il tamburo, siamo tutti diversi!

A: Comunque la vibrazione di 528hz studiata appositamente per interagire sul DNA avrà sicuramente un suo perché, io davvero la sento come una chiave che attivando il DNA mi permette poi di ascoltare meglio il mio corpo

Io: sicuramente! E’ un lavoro importante quello che stai compiendo, ascoltando il tuo corpo, le tensioni, attraverso il suono liberando un movimento fisiologico che, attraverso allungamenti, rotazioni e flessioni, ti permette di ristabilire un’originaria funzionalità organica o muscolare. In effetti ciò che io identifico con l’ascolto di sé, non è qualcosa di esclusivamente mentale o emotivo attuato attraverso un “viaggio” nel subconscio, ma anche qualcosa di estremamente fisico. A volte il suono può stimolare i nostri dolori fisici, perché è “intelligente” e armonizzare, infatti, non sempre significa rilassarsi, ma portare equilibrio dove vi è disordine e a volte ciò può essere faticoso o doloroso.

A: Sento che queste Armonizzazioni sono come un percorso, non un evento che inizia e finisce in un unico incontro, ma un processo che continua nel tempo, un po’ come fare un corso di meditazione o un percorso di consapevolezza corporea. Spesso però non sia ha questa consapevolezza, è difficile da comprendere…

Io: Certamente! Siamo fin troppo abituati alla velocità, alla bacchetta magica che in un incontro risolve tutti i nostri problemi, ma non è così. Sicuramente l’armonizzazione ha degli effetti nell’immediato, dal rilassamento (che non è scontato) al prendere coscienza di dinamiche come quelle che abbiam detto, ma siamo immersi in una quotidianità che tende a allontanarci dal nostro centro, dal nostro equilibrio e, come tutte le cose, anche quello veicolato da suono dovrebbe essere un percorso che ci permette di confrontarci con noi stessi, ogni volta in un aspetto diverso, nuovo, perché anche noi siamo ogni giorno un po’ diversi…

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