Phuthuy  – La Fioritura

Gli antichi osservavano la natura per comprendere il senso della vita. Attraverso l’osservazione e l’ascolto davano risposta agli interrogativi che da sempre affliggono l’uomo, comprendevano le leggi della cura e guarigione e il senso di ogni essere umano. E’ molto interessante notare come, ancora oggi, le popolazioni apparentemente “più primitive” alla domanda del colto occidentale “come fai a saperlo?” rispondono “me lo ha detto Madre Natura”. L’uomo occidentale ha sacrificato la capacità di osservare e comunicare con la Natura a favore di una tecnologia che lo induce, giorno dopo giorno, a essere sempre più isolato dalla vita e a perdere la vera conoscenza che ne deriva. La popolazione dei Q’eros utilizza una tecnica meditativa chiamata Phuthuy  – la Fioritura, di cui ho già accennato qui parlando dei 4 elementi e che personalmente amo follemente. Secondo la tradizione andina in ogni essere umano è racchiuso un seme, che loro chiamano “il seme dell’Inca”, il quale racchiude tutto il potere, il potenziale e il progetto di vita dell’essere umano. Questa immagine è comprensibile perchè tutta la vita si esprime attraverso un seme/uovo che una volta “germogliato” manifesterà tutto il potenziale genetico e energetico di quella particolare forma di vita. 
Se osserviamo un campo, proprio in questo periodo primaverile in cui la vita sboccia con la sua massima potenza, possiamo osservare la presenza di tanti fiori diversi, ognuno coi suoi colori, ognuno col proprio compito. Nel mondo esistono tanti individui, ognuno con caratteristiche e compiti diversi, ma sempre funzionali e importanti per la vita, esattamente come ognuna di queste piante ha delle proprietà diverse, ben conosciute dagli erboristi, guaritori e sciamani, ma prima di tutti dagli anima-li. Il fiore, poi, è la massima espressione della pianta, è il suo aspetto più vitale e radiante di energia. E’ la massima realizzazione. Tutto ciò era ben conosciuto dagli antichi e non è un caso che, lo stesso E. Bach, abbia utilizzato proprio i fiori per creare i suoi rimedi (floreali) vibrazionali. Bene, i Q’eros ci insegnano che per conoscere realmente noi stessi, comprendere chi siamo, qual’è il nostro progetto di vita, comprendere gli obiettivi che la nostra Anima si è posta per questa incarnazione, dobbiamo osservare la nostra fioritura. Dal fiore possiamo comprendere che seme particolare l’ha originato, ma non solo… possiamo anche vivere una vita più vera e consapevole, indirizzando tutte le nostre energie nel manifestare la nostra bellezza. 
Per fare ciò dobbiamo, però, passare attraverso un processo alchemico che coinvolge tutti e 4 gli elementi, che per gli andini sono a coppie di due omologhe e complementari, ovvero Madre Terra e Madre Acqua, Padre Sole e Padre Vento. I due aspetti femminili sono interni, interiori e riguardano il nutrimento, mentre quelli maschili hanno a che fare con la vita esterna ed esteriore e, in un certo senso, riguardano le relazioni. La vita non può che nascere dentro un grembo (della Madre Terra), nel quale possiamo sentirci avvolti, coccolati, protetti e nutriti, ma anche l’acqua fa parte del nutrimento. Una volta arrivata la primavera, ovvero arrivato il giusto momento, il seme è pronto a schiudersi e uscire dal ventre materno per esprimersi nel mondo. E’ qui che, pur mantenendo un forte legame con la madre, un profondo radicamento, può finalmente ricevere l’amore/calore di Padre Sole senza del quale non potrebbe crescere, maturare ed evolvere. Anche Padre Vento appartiene a questa dimensione relazionale. E’ a questo punto che la crescita deve manifestarsi in maniera equilibrata ed armonica in due direzioni, verso l’esterno e il cielo e verso l’interno e le profondità della terra. La maturità della pianta, come dell’essere umano, avviene quando è finalmente pronta a sbocciare mostrando al mondo la sua vera identità, la sua bellezza.
Questa pratica, con la sua immensa saggezza, pur apparendo magari molto semplice e banale, ha la possibilità di cambiarci la vita, vi invito quindi a impararla e sperimentarla, provandone su voi stessi gli effetti. Per me è stata essenziale, nel comprendere il mio cammino, qual’è il mio compito, ma anche nel comprendere che tutto avviene secondo dei tempi che non coincidono con quelli delle nostre aspettative, ma che sono tempi naturali e dettati dalla ciclicità della vita. Non dimenticate però che la crescita e la fioritura sono frutto di un continuo lavoro di trasformazione alchemica, portato avanti quotidianamente con sudore e amore. 

Tu, che fiore sei?

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