Sulla libertà

Un argomento che trovo molto interessante in questi ultimi tempi è quello della libertà. Siamo liberi è una domanda che affligge l’uomo davvero da tanto tempo, è una di quelle domande che vengono chiamate esistenziali e che i filosofi si pongono da sempre. Cos’è la libertà? Possiamo ritenerci davvero liberi? Cosa ci rende liberi? Cosa o chi ci schiavizza? Queste sono le domande a cui tanti, nei secoli, hanno tentato di dare una risposta.

 

 

Per libertà s’intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un’azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla. Riguardo all’ambito in cui si opera la libera scelta si parla di libertà morale, giuridica, economica, politica, di pensiero, libertà metafisica, religiosa ecc.

Afferma Isaiah Berlin:
«L’essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c’è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l’illusione di averla»

Quindi da un punto di vista psicologico possiamo intendere la libertà com’è percepita dal soggetto:

  • o negativamente, come assenza di sottomissione, di schiavitù, di costrizione per cui l’uomo si considera indipendente,
  • oppure positivamente nel senso dell’autonomia e spontaneità del soggetto razionale: con questo significato i comportamenti umani volontari si basano sulla libertà e vengono qualificati come liberi.

Fonte: Wikipedia.

La fondamentale espressione della libertà è quindi il libero arbitrio. Ecco allora che, da un punto di vista sociale, siamo sicuramente alla ricerca di una forma di libertà e l’evoluzione umana sta andando (almeno apparentemente) sempre più verso il riconoscimento di tale diritto. Ma è proprio così? Io credo che, se osserviamo bene, ce la raccontiamo un po’… nel senso che sicuramente vi è una ricerca in tal senso, ma poi nella realtà delle piccole cose agiamo sempre delle forme di controllo e supremazia, sottomettendo qualcuno o qualcosa. Non siamo realmente in grado di essere autonomi, abbiamo bisogno sempre di qualcuno che faccia per noi… parlavo anche di cose perché oggi noi siamo dipendenti, prima di tutto, dalla tecnologia: siamo schiavi della macchina, del pc, del cellulare, di internet, della luce elettrica… e potrei andare avanti all’infinito! Ci raccontiamo che va bene, che è il progresso tecnologico, ci è utile, ci agevola e, quindi, va bene. Sicuramente, sono io il primo a non riuscirne a fare a meno, pur consapevole che ciò sarebbe possibile, identificando tutto un altro modo di vivere. Ma dico questo per farvi notare che, da un processo in cui siamo “liberi” e sottomettiamo l’altro, in realtà diventiamo noi gli schiavi! Siamo schiavi perché ne diveniamo dipendenti, senza di tali sostegni non riusciamo a vivere, non siamo più autosufficienti. E questo solo guardando la nostra vita quotidiana, nel piccolo microcosmo di ognuno di noi. Se andiamo poi ad analizzare concetti più ampi (dei quali onestamente credo ne parliamo sempre più con uno spirito saccente, pur non comprendendone il reale significato o portata), se ci immergiamo in visioni alternative, esoteriche spirituali, allora ci sentiamo dire che l’uomo è schiavo e il suo progetto evolutivo è la liberazione. Da chi? Da cosa?
C’è chi sostiene siamo schiavi di un Dio minore, chi degli Arconti, chi degli Alieni… io personalmente di Internet (che oggi giorno è un Dio maggiore) e della cioccolata! =) Credo sia vero: l’uomo, qualsiasi cosa Voi crediate, è schiavo… è nato schiavo e forse rimarrà sempre schiavo. Ecco che dopo le lotte di indipendenza sociali, nasce la lotta di indipendenza spirituale. Sicuramente un salto evolutivo! Quindi cosa succede? Mi ribello a Dio, diventando una sorta di nuovo Lucifero, Principe caduto… oppure diffido e stermino tutto ciò che è “alieno” perché negativo, maligno, mi vuole prendere in giro. Ecco che in questi mesi, osservando quanto viene scritto sulla nuova versione dei Libri Akasici (chiamasi Facebook), ho osservato tanti comportamenti e mi sono posto alcune domande. Ho visto delle cose, sicuramente la mia verità, ovvero un frammento di essa visto attraverso i filtri del mio essere e secondo le mie capacità di comprensione… una verità che è mia e forse di nessun altro, ma che magari può essere un sassolino lanciato in un lago calmo, capace di creare una pulsazione. Quello che ho visto è che ci piace troppo parlare, spesso a vanvera e di cose che non comprendiamo, quello che ho visto è che sicuramente siamo schiavi. Non so se siamo stati creati schiavi, o lo siamo diventati, però, probabilmente, se questo è un mito comune a tante civiltà antiche, ci sarà un fondo di verità. Gli antichi ci hanno insegnato che viviamo in un mondo di Illusioni, in un mondo del Sogno, Maya… oggi la chiamiamo Matrix in una concezione illusoria informatica diffusa dal celebre film. Le tradizioni ci insegnano che siamo esseri spirituali, caduti su un piano di manifestazione, o che hanno creato un avatar in un videogame cosmico, solo per fare esperienze… forse eravamo annoiati e abbiamo iniziato a giocare, poi come spesso fanno i videogame, forse, ne siamo diventati dipendenti immedesimandoci completamente nel nostro personaggio. Sarà così? Boh… bello pensarlo comunque. Quindi la nostra schiavitù è connessa al programma (in questa logica) e, se siamo qui, forse non è proprio possibile liberarsene. Ecco allora, notavo, che ogni focolaio di ribellione spirituale non fa altro, secondo me, che alimentare l’illusione: l’illusione di essere liberi o di poterlo diventare. Insomma, fa parte dello stesso meccanismo, dello stesso gioco, capite? Non siamo fuori dagli schemi, siamo parte della matrice. Allora molti di voi ora potrebbero reagire male: arrabbiarsi, mandarmi a quel paese, darmi del pazzo, oppure deprimersi, chiedersi: “Allora che faccio? Non vi è soluzione… allora mi taglio le vene” …Potrebbe essere una soluzione, ma son convinto che la nostra anima di fronte a un game over andrebbe subito a attuare un trucco per farvi rivivere o a scegliere un nuovo personaggio, magari più scemo (per non farsi certe domande) e più sicuro di sè. Dai, non è forse ciò che fate anche voi quando giocate ai videogames?! 

Io mi sono convinto di una cosa, se esiste una libertà, la nostra libertà risiede nell’accettazione. E’ nel momento in cui sono consapevole di essere schiavo e non mi ribello a questa natura che cambia qualcosa. E’ nel momento in cui mi rendo conto che sono nelle sabbie mobili e smetto di agitarmi che ho più possibilità di sopravvivere. Ecco allora che sì, mi rendo conto di essere schiavo… come dicevo prima, della mia macchina, della cioccolata, di internet, di uno stato in cui vivo, dei grandi del mondo, degli Alieni, di un Dio che mi ha creato (non si sa bene per quale motivo, a parte ammirare le sue capacità creative e, forse, superare la noia), ma ciò nonostante non mi oppongo, non mi agito… continuo il mio percorso di crescita, di conoscenza, di esperienza… sviluppando le caratteristiche, i doni che il programma e la mia Anima hanno scelto per questa incarnazione, stando centrato nel qui e ora, in questa vita, in quello che posso fare qui, per me e per gli altri. Poi se questo porterà la mia Anima a finire il gioco, se mi porterà a ricongiungermi con lei, a trovare la mia libertà… ben venga.

Questo è ciò che penso, e tu?

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