Le frequenze delle Emozioni

Col Dott. Ventura abbiamo visto come le cellule emettono vibrazioni: armoniche quando sono in salute, disarmoniche quando sono malate o morte. Oggi, grazie alla segnalazione di un amico, voglio farvi ascoltare la Dott.ssa Daniela Lucangeli che, parlando del suo lavoro a TEDx Milano, racconta delle sue scoperte in ambito neurologico e cognitivo e, ancora una volta, si parla di frequenze, di suono. In questo caso si parla delle emozioni e di come esse influenzano la nostra vita, la nostra capacità cognitiva e la nostra memoria.
Alcuni aspetti interessanti che emergono da questa relazione: 

  • Possiamo identificare due grandi gruppi di emozioni: emozioni negative e positive. Le prime hanno dei picchi di frequenza più bassi, ma una maggior durata, mentre le seconde hanno dei picchi altissimi ma durata molto limitata nel tempo. Se ci pensate, infatti, si dice che la felicità duri un attimo e spesso basta davvero poco per distoglierci da essa… mentre se siamo polarizzati sul dolore ci mettiamo molto più tempo a uscirne e ci ritroviamo pessimisti cosmici o depressi cronici. Imparare, però, ad attivare quei recettori che producono emozioni positive ci permette di costruire benessere anziché malessere. Come possiamo fare questo? Attraverso uno sguardo d’intesa, un abbraccio, una carezza… 
  • La memoria è, poi, caratterizzata da un emozione significativa: ogni volta che attingo a un ricordo, riattivo anche la memoria dell’emozione che lo ha accompagnato. Vi faccio un esempio, se recuperate un ricordo molto bello per voi, parteciperete di quella emozione con un senso di nostalgia, percependo quell’emozione e il desiderio di riviverla. Viceversa se avete subito un trauma di un incidente, ogni qualvolta sarete a rischio incidente, sarete nuovamente invasi da quella paura, pur non avendo realmente vissuto nuovamente un incidente. O se studiando a scuola, le verifiche e gli esami vi hanno prodotto ansia, questa si riattiverà ogni volta che vi sentirete presi in esame, sotto a un riflettore. Queste memorie, tra l’altro, non si imprimono solo nel cervello, ma in ogni nostra cellula a seconda delle specificità dell’evento. 
  • Altra cosa interessante è che le memorie emozionali, verificate sperimentalmente, si tramandano per almeno 3 generazioni. 

 

Da questi tre punti di osservazione possiamo quindi notare che:

  1. Se le emozioni producono frequenze che attivano determinati centri ricettori implicati nel mantenimento di un nostro stato di benessere o malessere, si spiega perché il suono, con le sue frequenze, può agire in maniera così profonda e far suscitare nelle persone diverse emozioni, a seconda dello strumento, del ritmo e del momento in cui si trovano. Non è difficile infatti che durante un trattamento con le campane tibetane o il tamburo, la persona possa in alcuni casi sperimentare un senso di leggerezza ed estrema rilassatezza o, in altri casi, rivivere pensieri, emozioni anche dolorose che riemergono a coscienza per essere accettate e trasformate.
  2. In diverse tecniche, come per esempio la Cranio Sacrale o la Kinesiologia, si va a ricercare nel corpo, negli organi o nelle cellule quelle memorie traumatiche (spesso emotive) che, così incapsulate, continuano a produrre e a mantenere attive situazioni stressanti nell’individuo, impedendo il ristabilirsi di una condizione originaria di benessere. In Cranio Sacrale si parla di cisti energetiche per identificare tali blocchi. Anche il suono può agire su queste memorie proprio sfruttando le dinamiche esposte nel punto precedente.
  3. Infine, se le memorie legate a determinate emozioni si tramandano per almeno 3 generazioni, ecco che veramente possiamo sviluppare dei disagi che non ci riguardano direttamente, ma portiamo dietro un carico che in oriente viene definito Karma famigliare. E’ in questa dimensione che pratiche come la psico-genealogia, le costellazioni familiari, o alcune pratiche sciamaniche (come il recupero di frammenti d’anima) hanno senso d’esistere.  

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